Ambasciata italiana a Londra “Zero Waste”, una nuova generazione green
“L’Italia, dispone di un sistema normativo in materia di rifiuti che ci ha portati tra i Paesi europei con i migliori risultati. [..] Ciò nonostante vigono alcune criticità da tempo note, come i ritardi di alcuni territori nella gestione dei rifiuti urbani e una non sempre equilibrata distribuzione geografica degli impianti di trattamento”. Così si legge nel Rapporto Sull’Economia Circolare in Italia – 2019, a cura del Circular Economy Network. A confronto con le 5 più influenti economie europee, l’Italia dimostra infatti una performance verso l’economia circolare migliore di Regno Unito, della Francia, della Germania e della Spagna.
Pur riscontrando tuttavia alcuni segnali di rallentamento, l’Italia continua a posizionarsi tra “i primi Paesi europei con il maggiore valore economico generato per unità di consumo di materia” e riguardo “alla quota di energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l’Italia nel 2017 si pone davanti ai quattro Stati con il (18,3% - GSE) in linea con la media europea”.
Da sottolineare anche l’indice di attività nell’eco innovazione che pone l’Italia al secondo posto subito dopo la Germania. In linea con questo trend l’Ambasciata d’Italia a Londra ha intrapreso un percorso verso l’economia circolare per ridurre sensibilmente l’impatto ambientale della sede in termini di approvvigionamento energetico, di gestione e ottimizzazione dei rifiuti e dei consumi.
L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio denominato “Farnesina Verde”, un piano d’azione avviato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la rete diplomatica italiana nel mondo.
In Brasile, in collaborazione con Enel Green Power, è stato realizzato il primo impianto solare fotovoltaico, coniugando attenzione all'ambiente e promozione del "Sistema Italia". Nel giardino della stessa ambasciata, sono stati inoltre costruiti un impianto di fitodepurazione delle acque reflue che verranno riutilizzate per l'irrigazione delle aree verdi, da un gruppo di imprese italiane, guidato da Ecomacchine, e un sistema di illuminazione led a basso consumo energetico, grazie all'impresa Martini in collaborazione con l'ONG Forum das Americas. A breve sarà anche consegnata all’Ambasciatore un'auto elettrica realizzata da Fiat in collaborazione con la più grande centrale idroelettrica brasiliana. Le batterie dell’auto saranno ricaricate alla colonnina elettrica già installata nella sede[1].
Gli edifici dell’Ambasciata e dell’Istituto Italiano di Cultura di Vienna (Palazzo Metternich e Palazzo Sternberg) e hanno, invece, ricevuto la prestigiosa “certificazione verde” da uno dei principali operatori elettrici austriaci: l'intero fabbisogno elettrico delle sedi è assicurato da fonti rinnovabili (per l'80% da energia idroelettrica e per il restante 20% in gran parte da energia eolica), a costi inferiori rispetto ai precedenti contratti di fornitura.
Inoltre, L’Ambasciata italiana a Teheran ha messo in funzione un nuovo impianto composto da 36 pannelli fotovoltaici da 250 watt ciascuno (per una superficie complessiva di circa 115mq). Per ridurre ulteriormente i consumi di energia elettrica fino al 70%, sono stati installati, nel giardino e negli uffici, fari di illuminazione notturna e lampade per ufficio a LED[2].
L’Ambasciata di Londra, dopo essere stata la prima sede diplomatica nel Regno Unito a essersi dotata di un impianto fotovoltaico per la produzione di elettricità, è ora la prima a essersi posta un obiettivo di eco-sostenibilità ad ampio raggio. Grazie ad un accordo con Novamont e Green Network, aziende italiane leader nella sperimentazione di approcci innovativi al business basato sull’economia sostenibile, ha drasticamente tagliato i rifiuti non riciclabili, mentre il 100% dell’energia consumata proviene da fonti rinnovabili.
I rifiuti indifferenziati rappresentano ora solo circa il 20% del totale a fronte di circa un 50% di raccolta differenziata e di circa un 30% di scarto organico. La collaborazione con le aziende italiane, oltre al vantaggio di una notevole riduzione dei costi, ha consentito di coniugare l’attenzione per l’ambiente con la promozione dell’Italia all’estero[3].
L’“Ambasciata Zero-Waste” ha inoltre lanciato altre iniziative green attraverso lo smaltimento e il riciclo di apparecchiature tecnologiche e materiale informatico dismesso, l'utilizzo di carta ecologica per le fotocopiatrici e stampanti, la graduale sostituzione dell'illuminazione esistente con lampadine a basso consumo.
L’Ambasciatore Trombetta, nel presentare ufficialmente l’iniziativa, ha dichiarato, “La nostra rappresentanza diplomatica è impegnata da alcuni mesi nello sviluppo del progetto “Ambasciata Zero-Waste”, per una gestione più razionale dei rifiuti e dell’approvvigionamento energetico. I risultati si vedono già: da quando è stato inaugurato il nuovo corso, ad aprile. Nelle nostre misurazioni periodiche registriamo una riduzione di circa il 20% dei rifiuti non riciclabili.”
L’AD di Novamont Catia Bastioli ha commentato in merito alla collaborazione con l’Ambasciata: “Per rispondere alle attuali sfide ambientali e sociali ormai imprescindibili è necessaria una strategia di lungo termine, lavorando allo stesso tempo su quanto è possibile ottenere a breve e medio termine. La scelta virtuosa dell'Ambasciata che porta a minimizzare l’uso di prodotti usa e getta, ad adottare prodotti compostabili quando necessario e a garantire che il rifiuto organico sia raccolto e trasformato in humus di qualità, è un atto concreto verso uno sviluppo più attento alle risorse che se moltiplicato può innescare un processo di crescita esponenziale delle aspirazioni e delle opportunità. Siamo grati all’Ambasciatore Trombetta per aver dimostrato questa sensibilità e colto questa urgenza”. Grazie alla collaborazione con l’azienda è stato, inoltre, ridotto radicalmente l’utilizzo di plastica monouso, sostituendola con prodotti riciclabili in bioplastica.
Con Green Network, l’Ambasciata ha siglato un accordo per la fornitura di luce e gas, al 100% da fonti rinnovabili. L’energia fornita da Green Network va ad integrare quella proveniente dai pannelli fotovoltaici installati e resi operativi nel 2015[4].
Tutto ciò a dimostrazione che la risonanza del Made in Italy all’estero non si esaurisce con le eccellenze della moda, del design e delle auto di lusso, ma può vantare posizioni di rilievo anche nel settore delle tecnologie ambientali e dell’innovazione.
[1] Si veda la sezione del sito del Ministero degli Affari Esteri dedicata alle iniziative di sostenibilità ambientale della Farnesina, www.esteri.it/mae/it/ministero/farnesinaverde.
[2] Ibid.
[3] Svolta ecologica all’Ambasciata d’Italia a Londra: “zero emissioni”, la Repubblica, 12 giugno 2019
[4] Ibid.